Fisso o variabile Cosa c’è da sapere

Cresce la quota di italiana che sceglie il tasso fisso per il proprio mutuo. Una tendenza, testimoniata anche dall’osservatorio ad hoc di Mutuionline, che è fortemente sostenuta dai minimi storici fatto registrare sia dai tassi fissi che da quelli variabili. La scelta di un mutuo, infatti, è spesso motivo di ansia e preoccupazione, si tema di non comprendere a fondo tutto e la possibilità di poter bloccare un tasso – molto conveniente – per i prossimi 20 o 30 anni rappresenta un motivo di tranquillità da non sottovalutare. Importante, per superare le proprie ansie, è anche potersi affidare a fonti di informazioni adatte, semplici da consultare, chiare e precise, come fissovariabile.it, il portale dedicato ai mutui che accompagna gli acquirenti di immobili passo dopo passo.

Il tasso fisso è la scelta degli italiani nei primi mesi del 2016

La tendenza a scegliere il tasso fisso per il proprio mutuo ha preso il via sul finire del 2015 ma nel corso del primo semestre del 2016 non ha fatto che rafforzarsi. Da gennaio a giugno 2016, infatti, il tasso fisso è stato scelto dal 64,4 per cento delle persone che hanno presentato una richiesta di mutuo. Per il tasso variabile ha optato solo il 30,8 per cento dei richiedenti e il 3,4 per cento ha scelto il variabile con Cap. guardando, poi, ai mutui erogati e non solo alle richieste, le percentuali salgono e si attestano al 71 per cento per i mutui concessi a tasso fisso e solo al 24,2 per cento a tasso variabile.

Tasso fisso a chi conviene e in cosa differisce dal variabile

Il tasso fisso ha un costo leggermente superiore a quello variabile, sulla rata mensile, ma consente di mantenere costante l’importo per tutta la durata del mutuo. Con i tassi particolarmente vantaggiosi presenti oggi sul mercato rappresenta la risposta a tutti coloro siano in cerca di una risposta costante a lungo termine. è definito in funzione dell’Euris, mentre il tasso variabile è calcolato in funzione dell’andamento dell’Euribor. Come visto, la principale differenza tra i due, però, sta nella capacità del primo di garantire in un arco di tempo molto elevato una rata costante, protetta da possibili rialzi legati a oscillazioni del denaro.

Il tasso fisso conviene alle banche?

Il tasso fisso non conviene solo agli acquirenti. Alcune peculiarità, infatti, rendono questa tipologia di mutui un prodotto capace di tutelare anche gli istituti di credito. Secondo gli esperti, infatti, questi mutui consentono alle banche di godere di una sicurezza di rimborso più ampia e solida rispetto a quanto accade con quelli a tasso variabile. Questo perché, pur restando fissa la rata del mutuo, va a sposarsi con un previsto incremento delle condizioni economiche del richiedente – legate a scatti di carriera – che aumentano la facilità di rimborso con un piano di ammortamento di durata pari a 20 o 30 anni. I mutui a tasso variabile, particolarmente vantaggiosi oggi, sono maggiormente soggetti all’andamento dell’economia internazionale. Nonostante il perdurare delle difficoltà economiche, che continuano a tenere bassi i tassi, l’economia ripartirà con un innalzamento dei tassi variabili. È facile prevedere che, come già accaduto in passato nei mercati finanziari, questo fenomeno andrà di pari passi con un aumento della richiesta di surroghe. A spingere verso le surroghe sarà la necessità di molti clienti di rinegoziare i mutui e trasformarli da tasso variabile in fisso. In questo modo gli istituti di credito rischiano di perdere alcuni clienti. È quindi facile ipotizzare che, pur di preservare il parco clienti nel lungo termine, siano maggiormente favorevoli a stipulare mutui a tassi fissi invece che variabili.