Sono tantissime le persone che scelgono di dedicarsi alla coltivazione della cannabis tra le mura domestiche. Nel momento in cui ci si trova in questa situazione, sono diversi i consigli ai quali si può fare riferimento. Se ti stai chiedendo quali siano, nelle prossime righe puoi trovare alcune dritte che abbiamo selezionato per te.
Substrato sì o no?
Nell’ambito degli interrogativi che coinvolgono più spesso chi inizia da zero a coltivare cannabis, un doveroso cenno va dedicato alla decisione relativa all’utilizzo del substrato. Per amore di precisione, è infatti essenziale ricordare che si può ricorrere anche a metodi idroponici. La strada del substrato, però, è oggettivamente più semplice da gestire. Quello che conta è sceglierlo con le giuste caratteristiche. Nell’elenco troviamo la consistenza del terreno, che dovrebbe essere il più possibile leggera. Inoltre, è consigliabile essere certi di un corretto drenaggio dell’acqua. Quando si parla di cannabis, infatti, si inquadra una pianta che non apprezza molto la permanenza nell’acqua per lungo tempo.
Quali semi scegliere?
Quali semi scegliere nel momento in cui si decide di iniziare a coltivare cannabis a casa? Se si parte da zero, un consiglio molto utile è quello di orientarsi verso i semi autofiorenti. Acquistabili in pochi click online – tra gli e-commerce più famosi dove è possibile trovarli spicca Fast Buds, nome che ha dietro un’azienda attiva a livello internazionale – hanno il vantaggio, come è chiaro dal nome, di fiorire con estrema rapidità. Parliamo infatti di un tempo compreso tra le 2 e le 4 settimane. Per quanto riguarda invece il tempo che intercorre tra la semina e il raccolto, si ha invece a che fare con un tempo pari a circa 10 settimane.
Nel momento in cui si chiamano in causa questi semi, è necessario ricordare sia che non richiedono particolari premure per quanto riguarda l’illuminazione – attenzione, questo non significa che possa essere trascurata totalmente – sia che non amano molto essere spostati da un vaso all’altro.
I nutrienti giusti
Quando si parte da zero con la coltivazione della cannabis in casa, non si può non prendere in considerazione il nodo della scelta dei nutrienti giusti. I principali da considerare sono l’azoto, il potassio e il fosforo. Entrando nel vivo del loro utilizzo, bisogna sottolineare che, a seconda della fase, bisogna gestirli in maniera diversa. Nel corso della fase vegetativa, le piante hanno bisogno soprattutto di azoto. Nel momento in cui, invece, entra in gioco la fase di fioritura, c’è maggior necessità di potassio e di fosforo.
L’illuminazione
Il mercato offre diverse alternative quando si parla di fonti di illuminazione per la coltivazione della cannabis. Se si è principianti e si procede indoor, ci si può orientare verso i LED. Come ben si sa, si tratta di una soluzione che dura tanto. Nelle situazioni in cui si ha a che fare con la fase di germinazione e con quella vegetativa, è consigliabile, se possibile, scegliere luci fluorescenti compatte, caratterizzate da un’intensità contenuta.
La temperatura perfetta
Fino ad ora, non abbiamo parlato di un aspetto cruciale per la coltivazione della cannabis, ossia la temperatura. Nel momento in cui si parte da zero e non si ha alcuna idea su come muoversi, è bene essere consapevoli del fatto che il range ideale per le piante di cannabis è compreso tra 20° e 30° C. Nelle situazioni in cui la growbox non rispetta questi limiti, si può optare per l’acquisto di un condizionatore. Nei casi in cui la temperatura è eccessivamente bassa, è meglio evitare il ricorso a stufe – sarebbe molto pericoloso – ed è il caso di optare per l’accensione del riscaldamento domestico se si ha la possibilità di gestirlo in maniera autonoma.