Secondo dati riferiti dalla Banca centrale italiana, fonte ANSA, nel mese di agosto del corrente anno sono nuovamente cresciute le sofferenze bancarie, ritornando a quota 200,1 miliardi di Euro contro il dato precedente che era a 198 miliardi. In sostanza, si è ritornati ai livelli di sofferenza della fine del 2015. Questo è un dato preoccupante perché potrebbe preludere ad una nuova stretta creditizia che farebbe parecchio male all’economia reale del Paese.
Alcuni segnali negativi, in effetti, ci sono: è cresciuto un poco il credito alle famiglie ma è diminuito, dello 0,2% il credito alle imprese, che significa che gli investimenti non sono sostenuti dal sistema bancario e, mancando gli investimenti, il sistema ristagna, non può esserci effetto positivo sull’occupazione e di conseguenza la capacità di spesa delle famiglie resta ridotta, non esiste ripresa dei consumi e tutta l’economia ne risente. Sul versante dei mutui, Bankitalia registra un aumento dei tassi che ora sono, in media del 2,52%.
La scelta del tasso fisso, per chi lo ha scelto in questi mesi favorevoli, si sta dimostrando la scelta giusta, visto il trend al rialzo certificato da Bankitalia. Resta la preoccupazione per il fatto che pur restando azzerato il tasso di interesse fissato dalla BCE i tassi in Italia si stiano rialzando: una manovra delle Banche per rientrare di capitali a spese dei cittadini? Un sospetto legittimo ma che rischia di danneggiare il mercato immobiliare.