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Chi è oggi l’uomo moderno?

Quali sono le caratteristiche che definiscono l’essere umano che vive nell’era della post-modernità? Quali sono i suoi tratti costituenti e quanto è distante rispetto all’”homo” di darwiniana memoria?

L’antropogenesi, o processo di origine ed evoluzione della specie umana è una materia che affascina non soltanto gli studiosi del settore ma anche filosofi, sociologi e curiosi che si interrogano sul presente ed il futuro dell’uomo. “Chi siamo?” è infatti una delle più affascinanti domande metafisico-esistenziali che chiunque si è posto almeno una volta nella vita e che assilla continuamente gli animi più inquieti.

Non c’è e molto probabilmente non ci sarà mai una risposta univoca e certa a tale complesso interrogativo che evidentemente trascende il piano terreno; stante così la questione, possiamo almeno tentare di affrontare il problema chiedendoci chi sia oggi l’“homo contemporaneo” quello che, per intendersi, vive una parte della propria vita connesso a Internet e che rifugge la morte atteggiandosi da eterno Peter Pan. Cercare di comprenderne le caratteristiche ed i tratti distintivi è utile anche per azzardare ipotesi relative al prosieguo del cammino, forse non infinito, che lo vede sicuro protagonista.

L’homo invincibilis

L’uomo che vive in questa epoca storica è il cosiddetto homo invincibilis. Egli, grazie anche agli incredibili progressi nel campo della medicina, conduce un’esistenza lunga – oggi si parla di quarta età o senescenza e di quanto le persone possano vivere felici ed in salute dopo i 75 anni – credendo di farsi beffe della morte. Dimorando in un eterno presente ciclico, è convinto infatti di possedere il dono divino dell’eterna giovinezza e per autoconvincersi di questo ricorre ad aiuti estetici, si atteggia ad eterno Peter Pan e nega ferocemente il fatto assodato che la clessidra del tempo scorre per tutti inesorabile. L’homo invincibilis, non contento, vive addirittura due vite: oltre a quella fisica, utilizza Internet per crearsi più identità tra cui quelle social, oggi assolutamente in voga dai 7 agli 80 anni!

Non solo: l’uomo moderno si immedesima totalmente quando gioca a Second Life, il più famoso mondo virtuale esistente sulla rete dove ognuno può creare dal nulla una propria copia di se stesso oppure evadere dalla noia del quotidiano impersonando un alter ego, confondendo spesso la realtà con la finzione. L’era post-moderna obbliga infine l’essere umano a sostenere ritmi talmente forsennati, quelli tipici della metropoli per intendersi, che lo obbligano a dimenticare la bellezza dell’ambiente circostante, quasi un inutile di più che non merita di essere scoperto con quella curiosità tipica del Fanciullino di pascoliana memoria.

C’era una volta l’uomo darwiniano

C’era una volta l’uomo darwiniano, un individuo sempre in competizione con i propri simili per la pura autoconservazione. La lotta che sosteneva continuamente era necessaria al fine di ottenere quelle risorse naturali indispensabili per provare a scampare alle avversità di un ambiente ostile che premiava i più forti e sopprimeva i più deboli. Dall’uomo darwiniano in lotta per la sopravvivenza, che ha aperto interessanti dibattiti sull’evoluzione della specie, siamo passati all’homo invincibilis il quale si crede superiore al tempo che fugge via, preponderante rispetto alla vecchiaia e addirittura soverchiante rispetto alla morte stessa: insomma un dio minore in carne de ossa.

Se per Darwin lo scontro tra uomini si configurava solamente come unica possibilità per permettere ai figli di sopravvivere ai padri, quello odierno è semplicemente una schermaglia tra esseri umani ebbri di illusoria superiorità divina che non sanno accontentarsi e che vogliono apparire perfetti in tutto. Risulta evidente come le cose siano molto cambiate rispetto a quanto enunciato in “On The Origin of Species” del 1859, sebbene ieri come oggi l’uomo stia ancora combattendo, in questo caso più che altro contro se stesso e quei limiti che tenta in tutti i modi di superare.

Quale futuro?

Provare ad ipotizzare quale potrebbe essere l’evoluzione dell’odierno homo invincibilis non è affatto semplice. Una cosa è certa però: se egli non si impegnerà a riscoprire la sua reale natura di essere vivente di passaggio su questa Terra, ma persisterà nella sua opera di autoraffigurarsi come un dio minore, trasformerà giocoforza la sua vita in un arido deserto e si isolerà totalmente da una società di suoi simili fatta di individui egoisti e dediti più che altro al perseguimento del piacere personale in tutte le sue forme.

Redazione:
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