È da mesi che si preannuncia il rialzo dei tassi di interessi, che dovrebbe avere ovvie conseguenze anche sul ritmo di mutui e prestiti, ma per ora la decisione non è stata ancora presa. Ecco perché è ancora vantaggioso sottoscrivere queste modalità di finanziamento, soprattutto per l’acquisto della prima casa.
L’andamento dell’inflazione. Ancora una volta, ad accendere i riflettori sul settore è l’Osservatorio di MutuiOnline, che fornisce l’analisi più aggiornata sulle dinamiche dei tassi di interesse: il primo dato che salta agli occhi è quello relativo al calo della inflazione in Italia, che dall’1,6% dello scorso febbraio è sceso ulteriormente fino a raggiungere a fine marzo quota 1,28 punti percentuali. Traducendo questo fenomeno in termini di convenienza, significa che ad esempio per un mutuo a tasso fisso si può ottenere un vantaggio pari a 20 punti base in meno.
I migliori mutui. Insomma, continua ancora il momento favorevole per le persone che hanno necessità di avvicinarsi a un prestito pluriennale; e come nei mesi passati, è grazie al web che si possono trovare le offerte migliori, a cominciare dalla proposta di Ing Direct e del suo Mutuo Arancio, che conquista il vertice della classifica dei mutui casa più convenienti d’Italia grazie a trasparenza, facilità di accesso e opzioni a disposizione del cliente.
Le variazioni del tasso Eurirs. Per spiegare le motivazioni di questo trend bisogna approfondire l’andamento dei tassi di riferimento, e in particolare quello dell’Eurirs a 20 anni: se infatti nell’aprile dello scorso anno il dato di apertura era l’1,06%, dopo una piccola risalita nel mese di maggio ha poi avviato una progressiva discesa verso la punta più bassa, toccata in agosto con lo 0,73%, mentre dopo l’estate si è invertita ancora la rotta che ha portato l’Eurirs a marzo scorso all’1,37%.
Le conseguenze sui mutui. Di conseguenza, anche la sorte dei tassi fissi è stata condizionata da queste oscillazioni: proprio 12 mesi il mutuo fisso a 20-30 anni aveva un tasso del 2,45%, mentre a ottobre era sceso a 2,03% e, a inizio d’anno 2017, risalito a 2,42%. Per limitare le spese per i clienti (e assicurarsi la competitività sul mercato), gli istituti di credito hanno però preferito ridurre i propri margini di profitto, lasciando di fatto invariato il costo dei prestiti nonostante l’aumento dell’Eurirs.
Marzo positivo. Ecco che allora il calo dell’inflazione ha agevolato gli istituti di credito, andando a compensare in pratica i livelli di tassi e prestiti: in definitiva, quello di marzo è stato un nuovo mese positivo per i mutui, con il fisso a quota 2,33% e il variabile che addirittura ha segnato un altro record, fermandosi a 1,04%. Per capire la portata di questi valori, va ricordato che nel 2008 il miglior variabile era a 5,48%, mentre nel 2012 quello fisso più vantaggioso era del 6,02%.
Trend in aumento. E gli italiani sembrano aver capito l’importanza di assicurarsi oggi un finanziamento, visto che il numero delle richieste continua ad aumentare, e così anche l’importo medio concesso dalle banche: a fine marzo, in particolare, quest’ultimo dato è passato da 122.355 euro a 124.150 euro. Bene anche il trend della copertura: attualmente più di un terzo delle richieste vede un valore del finanziamento che copre dal 70 all’80% di quello dell’immobile, e anche le banche hanno elargito mutui con la stessa copertura nel 26% dei casi.