Sfruttare gli indici per i tuoi investimenti, è un consiglio al quale solo alcuni hanno dato peso negli ultimi anni. D’altro canto, la psicologia è un elemento di fondamentale importanza anche nel mondo della finanza, che incide soprattutto nel mondo dei piccoli risparmiatori. Essi, infatti, tendono ad operare sui mercati in base ai trend del momento, che rappresentano, di per sé, un ottimo spunto, ma non possono essere considerati la panacea di tutti i mali.
Spesso, infatti, un trend rialzista può nascondere delle insidie non indifferenti, come avvenuto, ad esempio, vent’anni fa con alcuni titoli del settore informatico e tecnologico: la continua salita dei prezzi, di fatto, era dovuta ad una bolla speculativa in corso d’opera, che si è conclusa, poi, con svariati titoli in default oppure significativamente ridimensionati nel loro valore di prezzo.
FTSE-MIB: grande volatilità negli ultimi dodici mesi
Non tutti i trend rialzisti, però, possono essere equiparati o accostati ad una bolla speculativa: esistono titoli che, grazie a fondamentali solidi e bilanci sani, possono regalare significativi guadagni ai risparmiatori mettendoli al riparo di significativi rischi. Affidarsi ad un unico titolo, specie nel mondo azionario, non è però consigliabile a tutti gli investitori. Le azioni, infatti, rappresentano capitale di rischio. Ed in caso di default del singolo emittente, il risparmiatore rischia di trovarsi col cerino in mano.
Per ovviare a questo rischio, un numero crescente di risparmiatori ha deciso, negli ultimi anni, di investire in borsa affidandosi ai fondi comuni di investimento, che consentono una significativa diversificazione del rischio grazie alla presenza di un numero plurimo di titoli, oppure acquistando ETF, molto più economici di un fondo in quanto replicano pedissequamente l’andamento di un determinato indice.
Guardando a casa nostra, si può fare una piccola analisi del FTSE-MIB, il più importante indice di borsa della Borsa di Milano, che racchiude le 40 società a maggiore capitalizzazione quotate a Piazza Affari. Complice anche l’esplosione della pandemia, l’indice si è mosso in un ampio raggio d’azione negli ultimi dodici mesi: da un minimo di 14153 b.p. ad un massimo di 25482.
Questa grande volatilità difficilmente si potrà ripresentare nel prossimo biennio: l’uscita dalla crisi economica e finanziaria causata dal virus, infatti, non sarà veloce ed immediata. E ritrovare i 25000 b.p. pare, ad oggi, un’idea utopistica. Tuttavia, buona parte degli esperti del mondo finanziario dubitano che si possa nuovamente toccare i minimi di marzo, col primo fatidico lunedì “post prima versione DPCM” che ha fatto sprofondare il listino milanese.
Milano: quali scenari per il prossimo futuro?
Se da un lato, quindi, risulta impossibile raggiungere i massimi dell’ultimo anno, dall’altra appaiono di difficile realizzazione nuovi significativi storni che portino l’indice italiano nuovamente in area 14000 b.p. Sottoscrivere un fondo azionario italiano, oppure un ETF relativo al FTSE-MIB, può considerarsi, ad oggi, un buon affare, dato i valori ancora bassi rispetto ai valori massimi registrati.
Tuttavia, è buona norma approcciare con consapevolezza e attenzione al mercato italiano, che negli ultimi quindici anni è risultato uno dei più volatili ed esposti, talvolta, alla speculazione finanziaria. D’altronde, il peso dei titoli bancari, assicurativi e, più in generale, finanziari, è assai elevato. Ed in un paese come il nostro, con un rapporto Deficit/PIL che ormai ha raggiunto il 150%, questi titoli possono essere soggetti ad una forte volatilità, anche in presenza di fondamentali più che ottimi.
Investire, oggi, nella Borsa Italiana deve essere fatto tenendo presente che, nel breve periodo, le oscillazioni del FTSE-MIB potrebbero essere alquanto consistenti: l’orizzonte temporale, di conseguenza, potrebbe essere anche non breve, a meno che non si voglia sfruttare, in caso di rimbalzo rispetto al valore dell’indice al momento dell’ingresso, qualche oscillazione positiva in un contesto di breve termine.