donna con dismorfofobia si guarda allo specchio

L’illusione di sentirsi brutti e grassi: il problema del dismorfismo corporeo

Ciascuno di noi presenta delle imperfezioni estetiche in almeno una parte del corpo. È quasi inevitabile. Con il passare degli anni le rughe aumentano, la cellulite si fa sempre più insistente e gli addominali scompaiono pian piano. Oppure, già da adolescenti possiamo mostrare dei piccoli difetti come delle gambe un pochino storte o un mento troppo pronunciato.

Per la maggior parte delle persone si tratta di imperfezioni con cui convivere e, magari, correggere, ma senza ansia. Per altre, invece, tali difetti si trasformano in delle vere e proprie ossessioni.

Quasi certamente, questi soggetti soffrono di dismorfofobia, una patologia che affligge molte più persone di quanto si pensi, anche in tenera età. Il problema sta nel fatto che l’uomo o donna che sia non si rende conto di soffrire di questa malattia e le persone a loro vicine non sono in grado di aiutarle.

In questo articolo vedremo cos’è la dismorfofobia, come è possibile diagnosticarla e come guarire.

Cos’è la dismorfofobia?

Conosciuta anche come dismorfismo corporeo o dispercezione corporea, la dismorfofobia è una malattia mentale che fa sì che il soggetto si preoccupi oltremodo di un’imperfezione del corpo, anche laddove essa sia minima, o addirittura, non sia presente. La condizione psichica influenza la vita quotidiana della persona e la porta all’isolamento sociale, a nascondere quella specifica zona del corpo che non è di suo gradimento e a passare ore intere davanti lo specchio mentre si tormenta perché non si vede perfetta.

La diagnosi del disturbo di dismorfismo corporeo è a carico di un psicologo o psichiatra che, sulla base della propria conoscenza e del capitolo del DSM 5 riferito a tale disturbo, sarà in grado di affermare se ci sono le condizioni affinché si possa parlare di dismorfofobia.

La dismorfofobia può estendersi a qualunque parte del corpo. Essa si manifesta maggiormente negli adolescenti, più soggetti ai giudizi espliciti dei coetanei e incapaci di prenderli per quelli che sono ossia delle semplici opinioni spesso dalla dubbia valenza. Tuttavia, può interessare anche delle persone adulte in determinati periodi della loro vita in cui si sentono più fragili.

Le cause del dismorfismo corporeo

Le principali ragioni che determinano l’insorgere della patologia sono di natura diversa e chiamano in causa vari aspetti. Certamente, la componente psicologica gioca un ruolo cruciale nella dismorfofobia: i soggetti più timidi o che tendono alla perfezione in ogni ambito sono naturalmente più inclini a sviluppare la malattia. Allo stesso modo, coloro che, purtroppo, soffrono di depressione e sono soliti vedere tutto sotto un’ottica negativa potrebbero avere maggiori probabilità di riversare la negatività anche sul proprio corpo.

Tuttavia, anche altri fattori incidono sulla comparsa del disturbo dismorfofobico. Nel dettaglio, ci riferiamo a fattori di natura sociale o legati a esperienze passate. Ad esempio, l’aver subito abusi o abbandoni quando si era piccoli oppure vivere in un ambiente molto “giudicante” rappresentano cause della dismorfofobia.

Sintomi

I sintomi riferiti alla dismorfia corporea possono rivelarsi in maniera graduale o più repentinamente. Alcune persone possono manifestare i sintomi con maggiore “potenza”, ossia essere più ossessionati dalle imperfezioni corporee”, mentre altri in modo più “leggero”.

Come accennato in precedenza, il primo campanello d’allarme è la persistenza del soggetto a trascorrere gran parte delle proprie giornate a osservare i difetti fisici (o i presunti tali) davanti uno specchio e a lamentarsi di essi. Analogamente a ciò, l’evitare sistematicamente gli specchi o qualunque superficie riflettente è un sintomo di come la persona non voglia confrontarsi con le proprie imperfezioni fisiche.

La persona che è affetta dal dismorfismo corporeo tende a nascondere ossessivamente e compulsivamente la parte del corpo che non ritiene accettabile secondo i propri canoni estetici. Dunque, il soggetto sceglierà indumenti in grado di coprire la zona in questione o utilizzerà degli stratagemmi, come la barba per le imperfezioni del volto, per non mostrare agli altri il difetto estetico.

Collegandoci all’aspetto riguardante il rapporto con gli altri, chi soffre di tale malattia si sentirà in ansia nello stare in mezzo alle persone, dato che sussisterà in lui o lei la paura che l’imperfezione venga notata. In particolare, il soggetto eviterà in maniera sistematica i luoghi o gli eventi piuttosto affollati.

Tuttavia, però, lo stesso soggetto sarà predisposto al continuo confronto con le persone che reputa perfette dal punto di vista fisico ed estetico. La patologia si potrebbe aggravare nel caso in cui una di queste persone giudichi l’estetica del soggetto che soffre di dismorfia corporea e, in particolare, la zona del corpo che il soggetto non accetta. Al contrario, la rassicurazione da parte degli altri potrebbe alleviare la sintomatologia.

Nei casi più gravi, la persona affetta dismorfofobia crede che facendo molta attività fisica e seguendo una dieta molto ferrea possa risolvere in parte la sua situazione.

Chi soffre di dismorfismo corporeo può vedere nella chirurgia estetica l’unica soluzione ai problemi. Ad esempio, può credere che la Vaser Lipo sia un ottimo modo per togliere il grasso in eccesso dall’addome. Di per sé, non è sbagliato ricorrere alla chirurgia per modellare il proprio corpo, ma lo diventa nel momento in cui l’imperfezione estetica non esiste o non è tale da giustificare un intervento.

L’insieme di questi sintomi può condurre, inoltre, all’insorgere di depressione, dovuta dall’isolamento sociale a cui si sottopone il soggetto e dalle paranoie che lo perseguono, di autolesionismo, a causa della volontà di rimediare in autonomia all’imperfezione estetica, e di pensieri suicidi.

Diagnosi

Nonostante amici o familiari che sono vicini al soggetto che si presume essere affetto dal disturbo dismorfofobico possano accorgersi dei sintomi, la diagnosi vera e propria, come scritto in precedenza, deve essere eseguita da uno specialista.

Prima di tutto, il medico effettuerà un esame obiettivo di modo da escludere la presenza di eventuali problemi di salute.

Una volta fatto ciò, il soggetto avrà bisogno di una valutazione psicologica che consente allo specialista di comprendere i comportamenti, i pensieri e l’immagine che il paziente ha di sé e del proprio aspetto.

Infine, il medico entrerà nel dettaglio delle vicende familiari e sociali del soggetto, al fine di capire se ci sono eventi passati o in corso che potrebbero aver scatenato la patologia.

Nel diagnosticare il disturbo da dismorfismo corporeo, lo specialista si deve basare su quanto scritto nel già citato DSM-5. Perciò, potrà affermare di trovarsi davanti a un caso di dismorfia corporea se il soggetto:

  • attua dei comportamenti ripetuti riferiti alla parte del corpo in questione. Ad esempio, il guardarsi allo specchio o il toccarsi la zona soggetta a difetto estetico.
  • è costantemente angosciato dalla propria situazione e dalla sua visione della presunta imperfezione fisica.
  • non è in grado di condurre una vita normale e si trova a disagio in qualunque ambiente sociale è inserito.
  • ha la tendenza a confrontarsi con gli altri, a sentirsi giudicato e a sviluppare pensieri ossessivi-compulsivi.

Terapia

Esistono molteplici approcci che aiutano il soggetto a uscire dalla condizione di dismorfofobia. Essi vanno preferibilmente utilizzati in maniera integrata per poter dare i loro frutti e solo impegnandosi a pieno in ciascuno di questi si potrà guarire dalla patologia. Tuttavia, sarà lo specialista a valutare lo specifico caso e decidere se orientarsi verso una cura piuttosto che un’altra.

Psicoterapia cognitivo-comportamentale

Durante le varie sedute tra psicologo e paziente, il primo avrà il compito di sviluppare nel secondo una visione del proprio corpo il più obiettiva possibile. In aggiunta, lo specialista dovrà essere bravo nel convincere il soggetto a diminuire fino a eliminare l’adozione dei comportamenti ossessivi che caratterizzano la malattia, cioè il guardarsi allo specchio, il nascondere il difetto fisico immaginato e l’escoriarsi nel tentativo di eliminare definitivamente quest’ultimo.

Grazie a tale terapia, il soggetto che presenta un disturbo di dismorfismo corporeo acquisirà una piena consapevolezza del disturbo e saprà attuare delle tecniche per ridurre l’ansia e i pensieri negativi che potrebbero avere luogo in qualunque momento. Ognuna di queste tecniche dovrà essere “allenata” anche a casa, oltre che negli incontri con lo psicologo.

Rimedi farmacologici

Dato che diversi esperti del settore sostengono che la dismorfofobia sia causata da un funzionamento non ottimale dei neurotrasmettitori del cervello (ad esempio la serotonina), il soggetto che ne soffre ha bisogno di farmaci che sopperiscano a ciò. Nel dettaglio, sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina che consentono di alleviare l’ansia e i comportamenti ossessivi dovuti alla patologia.