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Coronavirus, le scuole rimarranno chiuse fino a settembre?

L’emergenza coronavirus sta avendo degli effetti e delle applicazioni in qualsiasi settore che possa essere preso in considerazione in un periodo di particolare tragedia per tutto l’impianto sociale, economico e sanitario italiano. Tra i settori che sono stati particolarmente colpiti dall’emergenza coronavirus, che ha portato a impedire qualsiasi attività didattica realizzata all’interno dei suoi contesti naturali, c’è sicuramente quello della scuola, uno dei primi settori a subire la chiusura e la sospensione delle attività e la rielaborazione di queste attività stesse secondo le formule di smart working, che avvengono attraverso piattaforme on-line come Skype, Team Work, Zoom e Meeting.

In tutte le scuole italiane e in tutte le università i programmi sono stati sospesi nella loro forma tradizionale e sono stati rielaborati attraverso le modalità di fruizione on-line che hanno visto atenei e scuole impegnarsi nella realizzazione di infrastrutture digitali che potessero reggere e fronteggiare l’emergenza. Tuttavia, la maggior parte delle difficoltà, che sono nate a seguito di questa nuova disposizione, continuerà a porsi per molto tempo, a causa di una serie di fattori che vedono personale docente, alunni e non solo molto spesso impreparati rispetto alla nuova forma di realizzazione dell’impianto scolastico.

Oltretutto, a seguito delle nuove dichiarazioni del Premier Conte che vedono un blocco totale della maggior parte delle attività italiane, si teme che le scuole possono rimanere chiuse fino a settembre. In tal caso, come ci si regolerebbe In merito ad esami, voti e pagelle da realizzare?

Le nuove dichiarazioni del Premier Conte

Le Ipotesi che possano esserci nuove disposizioni in merito alla sospensione degli anni scolastici attualmente in attività segue quelle dichiarazioni che sono state realizzate dal premier Conte in una nuova diretta, all’interno della quale il Presidente del Consiglio dei Ministri ha rilasciato nuove importanti dichiarazioni in merito alla questione relativa all’emergenza coronavirus. Giuseppe Conte ha spiegato come non ci sia più la necessità di tenere aperte attività lavorative che non sono strettamente necessarie, come tutte quelle che rientrano nell’ambito dei servizi alimentari e accessori, o farmaceutici e sanitari.

Tutte le altre attività, vale a dire quelle manifatturiere, edili e legate al contesto di impresa saranno praticamente sospese. Il discorso non ha toccato particolarmente il settore scolastico, che ha già subito la sospensione delle attività da prima posta dalla ministra Azzolina, che aveva stabilito la chiusura di tutte le scuole fino al 15 marzo, di poi la sospensione di tutte le attività scolastiche fino a data da destinarsi, come appare essere probabile a seguito delle nuove dichiarazioni del premier Conte. Insomma, la data del 3 aprile sembra adesso essere piuttosto convenzionale e fittizia, in virtù di un panorama nazionale che non pone certamente le basi per un ritorno alle attività tradizionali.

Ovviamente non resta che aspettare i nuovi aggiornamenti in merito a quella che sarà la situazione scolastica e, in particolar modo, italiana. Ad ora, le ipotesi che pervengono al seguito delle dichiarazioni del premier Conte porterebbero a pensare che le scuole possano riaprire addirittura a settembre, e che l’anno in corso sia praticamente sospeso con un adattarsi delle condizioni che porteranno a delle decisioni innovative per fronteggiare emergenza coronavirus.

La situazione delle scuole

Data l’analisi che è stata effettuata su diversi quotidiani autorevoli e di grande tendenza, la situazione delle scuole è una di quelle che viene presa maggiormente in considerazione, data la presenza di non soltanto migliaia di ragazzi che attendono il diploma o esami universitari, ma anche di tutta l’infrastruttura scolastica che ruota intorno all’emergenza coronavirus, che ha portato ad una consequenziale naturale reazione da parte del mondo scolastico.

E’ ormai chiaro che, salvo provvedimenti dell’ultimo minuto che non ci si aspetta, gli istituti, le scuole e le università non riapriranno a partire dal prossimo 3 aprile 2020, così come già preannunciato dal Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, che ha spiegato come ci sia in questo momento l’impossibilità di riaprire scuole e l’università data l’emergenza dilagante, in un momento storico particolarmente delicato per l’Italia che ancora aspetta, secondo definizione della Protezione Civile, il picco di contagi e decessi.

Sembra quindi essere impraticabile qualsiasi pista che possa portare alla riapertura degli istituti per l’anno in corso, e l’unica soluzione possibile sarebbe quella di sospendere tutto e riaprire le scuole a partire da settembre, quando ci sarà l’inizio del nuovo anno scolastico. Intanto studenti e famiglie contano sul fatto che le scuole e le università si siano adottate mettendo in campo strumenti per fronte all’emergenza coronavirus. Le lezioni, le interrogazioni e gli esami non si sono fermati, attraverso l’utilizzo di piattaforme web come Skype, Zoom, Team Works, meeting e, in casi rari addirittura WhatsApp, che fanno fronte alla situazione di una mancanza di lezioni frontali e del rapporto faccia a faccia tra professore e alunno.

È ovvio che questa modalità sottolinei una serie di difficoltà che risiedono non soltanto nella mancanza di strumenti che molto dovrebbero far fronte alla situazione di difficoltà, ma anche al grado di preparazione di tutti gli addetti ai lavori rispetto ad una situazione improvvisa e che non era stata sperimentata nel modo migliore possibile prima dell’emergenza coronavirus. A dire il vero, però, la maggior parte dei nodi è legata alle tematiche che riguardano i voti da assegnare gli studenti, sia in sede d’esame che di interrogazione, e le possibili risoluzioni con cui saranno portati a termine gli anni scolastici, specie nel caso di maturandi.

Il Miur si aspetta che gli insegnanti agiscano secondo buon senso professionale, così come sottolineato anche dalla Ministra Lucia Azzolina che non si aspetta l’utilizzo di 6 politici diffusi né allungamento dell’anno scolastico, per non stravolgere tutti i calendari che subirebbero poi delle profonde spaccature e complesse fratture da arginare. Nonostante ciò, le polemiche relative alle possibili bocciature di alcuni studenti si sono già fatti sentire. Per questo motivo che ci si aspetta che ci saranno promozioni di massa in un anno scolastico particolarmente difficile, nonostante non sia ancora chiaro come si riuscirà a far fronte ad una situazione di crisi per gli esami di maturandi e studenti universitari.

Fonte: Kontrokultura.it