Le Outright monetary transactions, che sono note anche con la sigla OMT, sono le Transazioni Monetarie Definitive, tradotte in italiano, ed hanno sostituito, a partire dalla data del 6 agosto del 2012, il Securities Market Program (SMP).
Cosa sono le OMT, Outright monetary transactions
L’istituzione delle Outright monetary transactions, in Europa, risale al 2 agosto del 2012 con l’annuncio da parte del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) che poi le ha illustrate e spiegate nel dettaglio subito dopo in data 6 settembre.
Nel dettaglio, con le OMT la Banca Centrale Europea (BCE) acquista direttamente titoli di Stato, con la durata da uno a tre anni, che sono stati emessi da Paesi dell’Ue che si trovano in una situazione di difficoltà conclamata, a livello macroeconomico, in quanto, per esempio, attraverso il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) hanno chiesto ed avviato un programma di aiuto finanziario.
Nell’avviare le OMT, la BCE con cadenza mensile pubblica non solo il dato relativo all’ammontare in controvalore delle operazioni effettuate, ma pure i dati disaggregati per singolo Paese dell’Eurosistema.
OMT come strumento di difesa dell’Euro, ad ogni costo
Nell’ottica della difesa della moneta unica, l’istituzione delle OMT è stata preceduta da uno storico intervento dell’ex presidente della BCE Mario Draghi alla Global Investment Conference.
Per l’occasione, quello che è stato definito come ‘Il discorso di Londra‘, Mario Draghi dichiarò, spazzando via ogni velleità speculativa al fine di far saltare l’Eurozona, che ‘Nell’ambito del nostro mandato, la BCE è pronta a salvaguardare l’euro con ogni mezzo. E credetemi, sarà sufficiente‘.
Non a caso le OMT sono un ombrello, un paracadute o, se si vuole, uno strumento di difesa quando, sul mercato dei titoli di Stato di Paesi in difficoltà, i rendimenti tendono a crescere sensibilmente, rispetto alla media dell’area euro, ed a innescare rischi nell’accesso al credito, da parte di famiglie ed imprese, in quanto le banche sarebbero costrette ad alzare i tassi di interesse su mutui, prestiti e finaziamenti in ragione di un maggior premio di rischio.
Una condizione del genere, nel medio termine, porta poi, per il Paese in difficoltà, ad una spirale economica recessiva e addirittura, nei casi più gravi, pure ad un eventuale default sul debito sovrano.
Dal FESF al MES per preservare la stabilità finanziaria in Europa
Prima del mese di luglio del 2012, quando è entrato in vigore il MES, in Europa era attivo il FESF o EFSF che è il Fondo europeo di stabilità finanziaria. Istituto in data 9 maggio 2010, dopo la grande recessione del 2007-2008, il FESF mirava ad aiutare finanziariamente gli stati membri dell’Ue preservandone la stabilità finanziaria.
Oltre a comprare il debito sovrano sotto forma di titoli di Stato, con il Fondo europeo di stabilità finanziaria i Paesi richiedenti aiuto hanno potuto beneficiare di prestiti e di interventi finalizzati alla ricapitalizzazione delle banche. Per esempio, gli stati di Portogallo e di Irlanda, investiti pesantemente dalla crisi economico-finanziaria del 2008, sono stati salvati dall’insolvenza proprio grazie al FESF.