piante autofiorenti

Cosa sono le piante di marijuana autofiorenti?

Quando ci si approccia al mondo della cannabis light legale, sono numerose le definizioni con cui si ha a che fare. Approfondirle significa per esempio chiedersi cosa siano le piante autofiorenti. Nelle prossime righe, abbiamo raccolto qualche informazione utile per chi cerca una risposta a questa domanda.

Cannabis autofiorente: di cosa si tratta e come si coltiva

Cos’è la cannabis autofiorente? Quando si utilizza questa definizione, si inquadrano delle piante di cannabis che fioriscono in maniera automatica sulla base dell’età. Non rappresentano invece dei criteri discriminanti le ore di luce a cui la singola pianta è esposta (tecnicamente si parla di fotoperiodo).

Quando si decide di acquistare piante di questo tipo e quando ci si informa sulle autofiorenti outdoor resa, è importantissimo rammentare che, nel corso della prima fase, devono essere ottimali le condizioni di crescita.

Il motivo è molto semplice: il ciclo di crescita della pianta è molto breve. Se sussistono dei problemi nel periodo di inizio della fioritura, è molto probabile che non si arrivi ad avere una pianta con dimensioni soddisfacenti.

Un aspetto sul quale è il caso di soffermarsi in merito alle piante autofiorenti riguarda il fatto che, mediamente, fioriscono in qualsiasi periodo dell’anno. Nonostante questo, quando ci si dedica alla coltivazione outdoor e si ha intenzione di ottimizzare il risultato, la cosa giusta da fare è orientarsi verso periodi dalle condizioni climatiche particolarmente miti.

Gli esperti di coltivazione della cannabis raccomandano in particolare il mese di giugno, luglio e agosto. I semi di cannabis autofiorente possono essere coltivati anche indoor. Come procedere in questi casi? Per gestire al meglio queste situazioni, è ovviamente cruciale soffermarsi sulle luci. Idealmente, bisognerebbe esporre le piante alla luce per un lasso di tempo compreso tra le 18 e le 20 ore al giorno.

Vantaggi

Quali sono i vantaggi dei semi di cannabis autofiorenti? Rispondere a questa domanda significa chiamare in causa la situazione dei coltivatori alle prime armi, che utilizzano soprattutto il balcone e la terrazza come luogo per dedicarsi alla propria passione. In questi casi, la cannabis autofiorente si configura come un’alternativa vantaggiosa in virtù del ciclo di crescita particolarmente veloce di cui abbiamo già parlato.

Inoltre, le piante coltivate in questo modo raggiungono un’altezza facilmente gestibile anche in contesti domestici. Da non dimenticare è il fatto che la loro crescita non viene in alcun modo influenzata dalla presenza di luci artificiali provenienti dalla strada.

Per massimizzare la qualità del risultato, un altro consiglio è quello di utilizzare del terriccio pesante ma non eccessivamente argilloso. In caso contrario, si ha a che fare con il rischio di un radicamento più ostico. Inoltre, nei casi in cui l’acqua non viene drenata in maniera corretto, le piante rischiano di annegare.

Differenze tra semi di cannabis autofiorenti e semi femminizzati

Sono diversi gli aspetti da tenere presenti quando si parla semi di cannabis. Oltre a quelli autofiorenti, ne esistono diversi altri. Tra questi è possibile citare i semi femminizzati. Quali sono le loro caratteristiche? Quando li si nomina, si inquadrano dei semi che generano piante di genere femminile.

Fondamentale è specificare che questi semi vengono sottoposti a un trattamento specifico, grazie al quale si ha la garanzia di ottenere la quasi totalità di piante femmine. Cruciale è ricordare che si tratta di piante stagionali, dipendenti quindi dal fotoperiodo.

Un’ulteriore tipologia di semi da citare sono quelli regolari. Quando li si acquista, sulla confezione si possono trovare diciture come “REG”. Cosa significa quando ci si trova davanti a questi riferimenti? Che i semi sono regolari, ossia maschi o femmine, e autofiorenti. Ciò significa che, come sopra rammentato, crescono a prescindere dal fotoperiodo.