In epoca di politica ambientalista la domanda è d’obbligo: anche il polistirolo può essere riciclato? Lo abbiamo chiesto ai tecnici di Poliplast, specialisti degli imballaggi in polistirolo, che ci hanno illustrato le qualità di questo materiale, come viene impiegato e riciclato. Il polistirene (nome tecnico) può essere scomposto e riutilizzato, d’altronde è considerato alla stregua di un materiale plastico.
Tra tutti gli elementi riciclabili, avendo una vita che potremmo definire infinita, potrà essere riassemblato sempre dopo ogni utilizzo. Infatti, una delle caratteristiche principali del polistirolo è che non si deforma dopo il processo di smaltimento. In sostanza, se il materiale iniziale era EPS dopo il riciclo rimarrà sempre polistirene, non perdendo nessuna delle sue peculiarità. Le sue buone proprietà termiche lo fanno preferire ad altri materiali per conservare, in buono stato, alimenti delicati come pesce e carne; infatti, grazie alla sua composizione chimica, garantisce l’igiene dei cibi in esso contenuti.
Alcune fake news
Alcuni pensano che non si debba abusare del riciclo del polistirolo perché, dopo le successive lavorazioni, il materiale potrebbe divenire nocivo per la pelle e in generale pericoloso per la salute. Ma non è così.
Come prima accennato, una delle sue caratteristiche è che non si modifica a meno che non si intervenga rivestendolo con altri materiali o ricoprendolo di vernici tossiche. Inoltre, il polistirolo, oltre ad essere comunemente utilizzato per moltissime materie plastiche e gomme, gode di un’esperienza di lavorazione decennale. Fin dagli anni ’60 se ne sono scoperte le sue potenzialità ed è entrato, quindi, nella produzione industriale superando qualsiasi tipo di controllo sanitario. Non ultimo la sua componente molecolare è presente in fragole, fagioli, noci, caffè e cannella, tutti elementi comunemente consumati nell’’alimentazione umana.
Altre persone indicano il suo processo di espansione come pericoloso per l’utilizzo di un propellente che potrebbe, se respirato, causare danni agli organi interni. Effettivamente il pentano, che viene utilizzato per conferire al polistirolo la tipica struttura alveolare, è un liquido che ha una componente che evapora velocemente. Tuttavia, è privo dei cloro fluoro carburi e poi la sua desinenza indica che la sua formula molecolare è come quella del metano, un gas comunemente usato negli impianti di riscaldamento. Anche il pentano si trova comunemente in natura, infatti è un gas che si genera nell’apparato gastroenterico degli animali, essendo il risultato dell’attività dei piccoli organismi procarioti che decompongono la materia vegetale.
Campi d’impiego
I contenitori alimentari di certi cibi deperibili sono in polistirolo, così come alcuni rivestimenti interni delle celle frigo e diverse tipologie imballaggi. Viene impiegato anche come elemento per la produzione dei toner delle stampanti.
Come riciclarlo in maniera corretta?
Il suo utilizzo può dare delle indicazioni per smaltirlo correttamente. Essendo un materiale dove non attecchiscono colonie di agenti o microrganismi patogeni, viene usato in particolare negli imballaggi degli alimenti. Fatta questa premessa, se un comune contenitore di frutta, pesce o salumi viene smaltito con la plastica, la stessa vaschetta se è in polistirolo verrà riversata sempre nella plastica indifferenziata. Si ricorda che il materiale dovrebbe essere smaltito completamente ripulito da ciò che conteneva e, anche questa, risulterà un’operazione relativamente semplice perché basterà risciacquare il polistirolo con un getto d’acqua.
Alcune idee alternative di riciclo
Il polistirene può essere riciclato in svariati modi, alcuni dei quali anche piuttosto originali ed inconsueti. Per esempio, si potrebbe riutilizzare una vaschetta di polistirolo come un porta oggetti variopinto, dipingendola e decorandola con dei colori acrilici. Se opportunamente sagomato e intagliato, potrebbe anche essere usato come nido artificiale per le varie specie di piccoli uccelli che dimorano tra le piante del nostro giardino.